domenica 17 febbraio 2008

Lo striscione per difendere la legge 194


La petizione che ha già raggiunto oltre 12 mila sottoscrizioni è molto importante. Cito dalla lettera

"L'offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata bigotta - ha raggiunto livelli intollerabili. Ma egualmente intollerabile appare la mancanza di reazione dello schieramento politico di centro-sinistra, che troppo spesso è addirittura condiscendenza.[...]
Esigiamo perciò che i vostri programmi (per essere anche nostri) siano espliciti: se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l'obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto; va resa immediatamente disponibile in tutta Italia la pillola abortiva (RU 486)"

La cosa più insopportabile è che il Vaticano è formato da pochi uomini. Uomini che conoscono bene solo altri uomini, in quanto celibi. E che hanno paura di loro stessi, odiano i gay sono omofobici e a volte pure pedofili. E questi piccoli esseri, soli e impauriti, vogliono stabilire cosa è il bene e cosa il male. E ancora più grave vogliono parlare di un'esperinza come l'aborto, che solo le donne conoscono e capicono veramente, o al limite solo le famiglie, le coppie, marito e moglie, non uomini su uomini.

Per chi volesse appendere lo striscione che vedete in alto a sinistra della pagina seguite queste istruzioni.

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-Di seguito inserite quanto segue:

<a href='http://www.firmiamo.com/liberadonna' style='background:url("http://xrl.us/bgcth") no-repeat top left; display:inline; height:197px; width:190px; float:left;' target='_blank'/>

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sabato 16 febbraio 2008

Il popolo del web porterà Di Pietro al 10%.

I sondaggisti e i giornali danno Di Pietro al 4-5%. Ma si sbagliano, e di grosso. Non conscono e non possono conoscere la cosiddetta blogosfera. Sono rimasti al telefono, alla radio ai francobolli. Per la maggior parte dei politici e dei giornalisti il web è un passatempo per fannulloni. Non sanno che la vita politica nel web è cosa viva e in fermento senza contare che il popolo del web è in continua ascesa numerica.

Si è stimato che Beppe Grillo sia capace di muovere un 7% di elettori su scala nazionale. Oggi sappiamo che Grillo ha rinunciato a qualsiasi ambizioni rappresentativa per questa tornata, puntanto tutto sulle amministrative degli anni venturi.

A questo popolo aggiungiamo il largo seguito di Piero Ricca, con il suo movimento Qui Milano Libera. Per lui la mi stima è non meno dell 1%. Ieri ha deciso di voler correre con Di Pietro.

Poi c'è Marco Travaglio. A milioni voterebbero per lui se solo si candidasse, diciamo il 4% su scala nazionale. Nel frattempo dal suo blog ci fa capire chiaramente che stima Di Pietro, o forse è l'unico a cui non ha rinfacciato niente e per uno come Marco Travaglio è il massimo che ci si può aspettare.

Guardiamo poi qualche video su Youtube, purchè tratti di politica. Nei 90% dei commenti troverete solo imprecazioni insulti e sputi, del tutto meritati peraltro. Il resto vi diranno che Di Pietro è l'ultima speranza. Questo popolo ipotizziamo che sia un 3%

Se tiriamo le somme arriviamo al 15%. Ovviamente è un dato sbagliato. Buona parte di queste percentuali è in comune. Un dato più realistico è il 10%. Se questo popolo si compattasse attorno a Di Pietro riuscirebbe a influenzare la politica italiana radicalmentealmeno per i prossimi 10 anni.

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La fascetta per bloggers di Ricca


Se vi sta simpatico Piero Ricca e volete appoggiarlo nella sua decisione politica allora gradirete questa mia creazione da "appendere" sul vostro blog. E' simpatica fascetta virtuale, o striscione digitale, chiamatelo come volete.

Per chi usa blogger ecco le istruzioni:

-Entrati nel pannello di controllo del blog, andate su Layout
-Cliccate su modifica Html e cercate il seguente codice:

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-Di seguito inserite quanto segue:

<a href='http://www.pieroricca.org/2008/02/15/votantonio/' style='background:url("http://xrl.us/bgbdm") no-repeat top left; display:inline; height:197px; width:260px; float:left;' target='_blank'/>

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venerdì 15 febbraio 2008

Piero Ricca con Di Pietro alle elezioni.


Piero Ricca si propone come capolista in Lombardia con l'Italia dei Valori di Di Pietro. Dal suo blog invita ai suoi lettori a mandare questa email a Di Pietro

"Caro Di Pietro,
le chiedo di candidare Piero Ricca come capolista in Lombardia. In Parlamento c’è bisogno di una persona come lui: in tanti sosteniamo il suo impegno civile e siamo certi che, in anni che si annunciano difficili, proseguirebbe dentro le Istituzioni con maggiore forza la sua e nostra battaglia in difesa della legalità, della libera informazione e della questione morale. Piero Ricca è l’Anti-De Gregorio: lo candidi in posizione competitiva e lo porti con sè alla Camera dei Deputati!"

La sua discesa in campo mi lascia un pò spiazzato. Da un lato sono convinto che una persona col suo fegato, col suo senso etico e civile, mi rappresenterebbe molto più di qualsiasi altro politico. Dall'altro però mi sembra che sia forse troppo presto per fare questo salto. La società aveva proprio bisogno di qualcuno col megafono in mano che denunciasse la corruzione, l'ipocrisia e la falsità quotidiana della vita politica, giornalistica e mediatica. Dentro le istituzioni sarebbe più difficile se non impossibile portare avanti le stesse battaglie (vedi l'esempio Caruso). Io comunque l'email a Di Pietro gliela mando. Voi che ne pensate?

A chi non conosce il buon Piero gli basti sapere che Ricca è finito su tutti i giornali dopo aver urlato un"buffone, fatti processare!" a Berlusconi all'uscita di un tribunale, interpretando magnificamente un sentire collettivo. In questo video invece se la prende con Bruno Vespa

giovedì 14 febbraio 2008

Elezioni politiche 2008. E Grillo?


La storia recente. L'otto settembre 30.000 persone scendono in piazza Maggiore per urlare un vaffanculo a tutta la classe politica, anzi alla casta. Grillo annuncia di aver raccolto 300.000 firme per la sua proposta di legge popolare (no ai condannati in parlamento, limite di 2 legislature, preferenza diretta). Qualche giorno dopo l'annuncio delle liste civiche col bollino di garanzia con la faccia di Grillo. Intanto la classe politica liquidava come qualunquismo e antipolitica la manifestazione organizzata dal comico genovese.

Per me come per molti altri sembrava di vivere un sogno. Finalmente qualcuno che sapeva rappresentarci, che voleva cambiare il paese. Sembrava di fare la rivoluzione, sembrava di scrivere una pagina di storia. Sembrava appunto. Cos'è successo dopo? Da molti mesi seguivo il suo blog e i suoi spettacoli, vedendolo dal vivo al palalottomica di Roma. Dopo il V-day ho partecipato anche a qualche Meet-Up, degli amici di Grillo e la cosa mi piaceva, erano tutti pronti a fare il grande salto, a conquistare il Parlamento e far risorgere questa povera Italia, corrotta e mafiosa.

Per un pò nel blog non si è più parlato delle liste civiche e già saliva l'insofferenza di chi voleva sapere come muoversi. Poi la mazzata dell'intervista dell'espresso, un' intervista in effetti mai fatta, rifiutata da Grillo perchè "Io sono un monologhista". Eppure erano domande scritte inviate per email. mmm...qualcosa non tornava. Sul blog lo staff aveva creato la sezione "liste civiche". Clicco, digito "Roma" e leggo Le prossime elezioni comunali si terranno nella primavera del 2010. Bene, nel frattempo che si fa? Nel frattempo Grillo prepare il V-day contro la casta dei giornalisti, programmato per il 25 aprile e il munnezza-Day a Napoli, il 23 febbraio.

Cade il governo Prodi, si avvicinano le elezioni. Ormai i commenti più votati nel blog chiedono con impazienza di avere una risposta, un'indicazione, un segnale. Molti vorrebbero Grillo, ma per ironia della sorte non può presentarsi alle elezioni essendo stato condannato per omicidio colposo. Le domande fioccano con insistenza: Si vuole fare una lista o no? Non è dispersivo permettere a tutti di presentarsi? Sarebbe meglio una lista unica? Che cazzo vuoi fare Beppe?! Nessuna riposta. Grillo continua a ignorare allegramente tutti i commenti. Parla di Napoli, di inciucio, di Sky di Mastella, d'incerenitori come sempre. E' vero, è un monologhista. Alla faccia della democrazia.

Ora ho l'impressione che una bolla sta per scoppiare. Che il castello di carta sti per crollare. Dentro di me sento un pò di delusione e la rabbia per chi mi aveva fomentato e illuso. Ho molte perplessità e comincio a sospettare che in fondo si tratta di pubblicità, di marketing, che in fondo si tratta sempre di un comico. Guardo il blog sul mio schermo con disillusione e amarezza. Sulla destra leggo: Spettacolo Reset a 9.80. Compra il DVD...

mercoledì 13 febbraio 2008

Perchè andare a vivere in Spagna.

Chi di voi vive in Spagna? Io ci ho passato 2 settimane in vacanza ma non posso dire di conoscerla bene. Nonstante ciò quando penso a un posto dove poter vivere meglio la Spagna è la prima cosa che penso. Più precisamente penso a Barcellona, una città cosmopolita e aperta ai giovani (mi devo fidare di Italo-Spagnolo di Fabio volo?). E' di poche settimane la notizia del suo sorpasso economico sull'Italia, precisamente nei termini di PIL-pro capite. Buona notizia per chi è ha deciso di prendere tutto e varcare i Pirenei.

Le riforme che Zapatero ha prodotto, come ad esempio il matrimonio tra gay, personalmente non le considero importanti tanto per i contenuti e per le questioni etiche che solleva, ma perchè hanno dato una dimostrazione di dinamismo politico, di reattività rispetto al mondo che cambia. Aria fresca, gettata in faccia a tutti senza dover discutere 15 anni nelle sedi parlamentari. Ha trasmesso insomma la sensazione che la politica non è necessariamente sclerotica e atrofizzata, vedi l'Italia.

Girando nei forum ho scoperto che gli spagnoli hanno dei ritmi particolari, molto simili a miei peraltro. La colazione si fa alle 10 o a mezzogiorno, il pranzo verso le 3 o le 4, la cena alle 10 e a mezzanotte si esce fino alle 4 ad ubriacarsi. Bello no? Gli affitti costano meno che qui da noi. A Barcellona con 100-150 euro ti paghi la stanza per un mese. Aprire un locale è facile e non richiede mesi di adempimenti burocratici. La vita costa meno. Con 2 euro ti fai un cuba-libre, qui da noi un bicchier d'acqua.

Insomma è il paese del Bengodi? Certo che no. I problemi ci sono anche lì. A Barcellona ad esempio parlano solo catalano, lo spagnolo ufficiale, il castigliano, non lo sopportano. Ci sono molte opportunità di lavoro non qualificato, ma mica uno può fare il cameriere tutta la vita, no? E' vero che Barcellona è una città in cui sei sempre in vacanza, ma il resto del paese non è proprio così, alcune zone sono molto arretrate, le ferrovie sono più scalcinate delle nostre. E poi ci sono i partiti separatisti baschi, gente non troppo tranquilla. Certo noi possiamo vantare la mafia, la camorra, la 'ndrangheta la Sacra Corona Unita, indbbiamente su questo campo siamo più forti.

Vi consiglio di vedere "L'appartamento spagnolo". Un film che trasmette proprio quel senso di sospensione dai doveri e dai binari della vita, una vita presa d'istinto senza obblighi esterni e vincoli morali, fatta di incontri, amicizie, amori rapaci...una terra di nessuno e di tutti. Ho esagerato?




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martedì 12 febbraio 2008

Di Pietro: cambiare l'Italia in 11 punti


Quanti di noi si avvicinano alla prossima tornata elettorale con la fiducia nella politica ai minimi storici? Io non mi ritengo un qualunquista, ma mi ricordo con piacere il V-Day di piazza Bologna. Il merito indiscusso di Grillo è di aver saputo esprimere quel mal di pancia cronico prodotto da 15 anni di malapolitica. Si ma cosa c'entra Grillo con Di Pietro? Beh c'entra eccome. L'ex pm infatti ha condiviso molte battaglie del comico genovese già da prima del V-day.Non è vero che ha cavalcato l'onda del successo di Grillo per mero opportunismo politico. Di Pietro ha capito che bisogna rinnovare la politica e Grillo gli ha offerto una notevole ispirazione. Per esempio ha aperto un blog in cui si confronta giornalmente coi suoi sostenitori e finchè era al governo ha resocontato il consiglio dei Ministri direttamente ai cittadini applicando il principio inesistente di democrazia diretta.

Oggi ha fatto uscire un documento con 11 punti per far cambiare l'Italia. Leggendoli ho trovato alcune proposte di Grillo, come quella di limitare a 2 mandati la carriera di un parlamentare e di introdurre l'interdizione per i condannati e l'eliminazione dei finanziamenti alla pubblica editoria. Ci sono molte proposte a mio avvisto piuttosto utopistiche come quella di creare una sola televisione pubblica senza pubblicità, o quella di abolire le province e di fare una legge sul conflitto d'interessi. Il dato interessante è che ha lasciato la possibiltà ad ognuno di commentare ogni punto e (si spera) di partecipare attivamente al perfezionamento della lista.

Rimangono alcuni dubbi di fondo: considerato il peso politico dell'Italia dei Valori, comunque relativamente modesto, che senso ha stilare una lista programmatica se poi non è possibile attuarla? E poi come intende negoziare questa lista col partito democratico? Se poi è vero che l'Italia dei valori si scioglierà nel PD tutto ciò appare privo di senso. Personalmente considero Di Pietro una persona onesta, seria e schietta che fa quello che dice o alemeno ci prova. Eticamente, anche grazie alla reputazione che di porta dietro da Tangentopoli, è imparagonabile alla Casta o come la chiama Travaglio, la Cosca. Politicamente è cresciuto molto però Antonio, ti avverto: tu sei la mia ultima speranza. Non voglio emigrare in Spagna. L'ennesima delusione politica potrebbe condannarmi all'esilio. Ce la farai a salvarmi o devo prenotare il biglietto per l'aereo?

La politica è autoreferenziale?



Che la politica sia autoreferenziale si è sentito dire molte volte. Nell'ultima puntata di Anno Zero c'era una ragazzo che lo ha fatto capire senza giri di parole. Ha dato una lezione a tutti, sbattendo la realtà in faccia ai tanti membri della Casta presenti in sala. Giornalisti compresi. Furio Colombo ha fatto la sua bella figura di stronzo, dimostrandosi ancora una volta ossessionato da Berlusconi e dalle relativi fantasmi persecutori. Come si può finire a parlare della tinta di Berlusconi con tutto lo schifo che c'è in Italia? Dalle morti bianche, ai concorsi truccati, ai tumori da amianto, alla monezza di Napoli.

Non sono solo i politici ad aver perso il contatto con la realtà, sospesi come sono nel mondo dei privilegi e degli interessi di partito. I giornalisti non sono da meno. Vivono entrambi in una realtà circoscritta al circo mediatico. La gente coi tre tumori da amianto? Meglio fare una puntata sui reality show e magari faccio molti più ascolti. Mi chiedo questo: è la gente comune che non vuole interessarsi alle questioni più problematiche di questo paese o è il giornalismo televisivo ( per molti l'unico) a volerci intontire con quelle che la Guzzanti chiama Armi di Distrazione di Massa?

lunedì 11 febbraio 2008

Non voglio emigrare!


Non voglio emigrare. Non voglio che l'Italia mi costringa a farlo. Con chi me la prendo di preciso? Beh non lo so, è una sensazione che sento appiccicata come un fetido olezzo impossibile da lavar via. No, non sto parlando della monezza di Napoli, ma della politica italiana o forse (peggio ancora) della cultura italiana intera di cui ne è comunque un riflesso. Non voglio che la meritocrazia sia soltanto uno spot elettorale. Non voglio essere costretto a compiacere il barone universitario di turno per sperare in un posto di assistente. Non voglio che a governarci siano persone di 70 anni. Non voglio emigrare. Voglio cambiare il paese.